mercoledì 12 settembre 2007

LAVORO PRECARIO:SE NE DISCUTE IN FIERA, DALLA REGIONE PUGLIA ALCUNI INTERVENTI

LAVORO PRECARIO, SE NE DISCUTE IN FIERA
«DALLA REGIONE GIÀ ALCUNI INTERVENTI»

Lavoro flessibile e precariato. Giovani e prospettiva del posto fisso. Se n’è discusso oggi nel padiglione della Provincia di Bari (169) all’interno della Fiera del Levante, nel forum «Lavoratori a progetto: una vita da Precario?». All’incontro sono intervenuti esponenti del mondo istituzionale e accademico, per discutere le misure da adottare per questa emergenza sociale. Prima i saluti del segretario generale aggiunto della Campionaria, Riccardo Rolli: «Porto il saluto del presidente Lacirignola a questa iniziativa interessante. È un tema difficile a cui anche noi in Fiera siamo sensibili visto che nella settimana di apertura facciamo ricorso a lavoratori precari».
Dopo i saluti si è dato inizio ai lavori, entrando subito nel cuore del problema. Daniele Petrosino e Onofrio Romano, docenti di Sociologia all’Università di Bari, hanno presentato una ricerca svolta in Puglia sulle condizioni dei lavoratori precari, mostrando dei risultati drammatici e a tratti sorprendenti. «Quando si parla di lavoro precario – ha esordito Petrosino – non ci si deve fermare sulla forma di lavoro. È solo uno degli aspetti. Abbiamo un mercato debole soprattutto per le donne e i giovani con un elevato livello di istruzione. Bisogna notare che i precari non lo sono solo in relazione al lavoro, ma anche alla vita».
Una condizione di disagio esistenziale, alla quale però – come mostra il professor Romano - da parte dei lavoratori ci sono reazioni contrastanti rispetto alla condizione vissuta: «C’è una divaricazione nei lavoratori fra la situazione oggettiva e la percezione dell’impiego che hanno. L’80% di loro non raggiunge i mille euro al mese e fra questi meno del 10% dichiara di poter condurre una vita autonoma. Ma nonostante ciò non si crea conflitto sociale. Come mai? Perché il loro disagio è attutito dall’affetto della famiglia e dall’assuefazione alla società del consumo. La famiglia è diventata un vero e proprio ammortizzatore sociale».
«Il lavoro non dà più identità, un ruolo all’interno della società» ammonisce ancora Romano. I lavoratori precari vivono una situazione di smarrimento, in cui però non mancano le risposte delle istituzioni. Anna Lobosco, dirigente dell’Uffico del lavoro e cooperazione dell’assessorato regionale al Lavoro (intervenuta in sostituzione dell’assessore Marco Barbieri), ha ricordato alcune misure adottate: «Siamo intervenuti nella formazione professionale con il finanziamento dei master (il Contratto etico giovanile, ndr). Un’iniziativa che ha riscosso molto successo. L’altro intervento forte – ha continuato – è la misura 3.11 del POR Puglia che in linea con la finanziaria 2007 ha dato ulteriori contributi agli imprenditori per trasformare i rapporti a progetto in contratti a tempo indeterminato».
Onofrio Sisto, assessore provinciale alle Politiche attive del Lavoro, ha chiarito la diversità dell’intervento della Provincia: «Noi abbiamo l’handicap di ragionare sulle emergenze che vengono dal quotidiano, ma credo che per produrre nuovi posti di lavoro nel nostro territorio dovremo fare degli investimenti in infrastrutture. Se non si produce, non c’è impiego. I posti di lavoro non cadono dal cielo».
All’incontro è stato distribuito materiale informativo su «Self Made Power», un progetto a cui la Provincia ha aderito con l’obiettivo di creare le condizioni affinché i lavoratori possano esprimere le proprie competenze affermandosi sul mercato del lavoro.

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